FAQ

Quanto dura la prima visita con il nutrizionista?

In genere la prima visita dura un’ora – un’ora e mezza. E’ l’incontro forse più impegnativo sia per il

nutrizionista che per il paziente, nel quale viene effettuata l’anamnesi alimentare e la raccolta di altre

informazioni. Si prendono le misure antropometriche. Si cerca di far emergere quelle che sono le abitudini

alimentari (e non) del paziente, al fine di personalizzare il più possibile l’eventuale terapia dietetica da

elaborare.

In genere le visite di controllo sono mensili, ma questa frequenza può anche essere aumentata, a seconda

delle esigenze del caso. La visita di controllo dura in genere 40’-60’.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le visite di controllo sono davvero molto importanti nel

percorso di dietoterapia. Una volta che lo abbiamo ricevuto, non ci si può e non ci si deve sentire soli nel

portare avanti un piano alimentare: esso potrebbe necessitare di modifiche, ad esempio legate

all’acquisizione di nuovi ritmi e stili di vita del paziente, oppure semplicemente stagionali. Oppure potrebbe

essere necessario rivedere qualcosa. Inoltre, non è necessario ‘fare fatica’ quando si può essere ‘in due’ a

confrontarsi sulle eventuali difficoltà che si incontrano.

Se si desidera perdere peso in maniera sana e duratura è importante rivedere il proprio stile di vita. Le diete

molto rigide non sono consigliabili, in quanto comportano delle restrizioni alla lunga insostenibili, nonché il

pericolo di svariate carenze alimentari e di danni per la salute! In questo tipo di dieta il peso si riduce

soltanto temporaneamente. In genere si osserva il ritorno ai consueti comportamenti e alle vecchie abitudini

alimentari… una alimentazione bilanciata e personalizzata è quella più consigliabile.

L’IMC (Indice di Massa Corporea) costituisce un utile strumento abitualmente utilizzato da medici e altri

professionisti del settore sanitario per classificare il livello di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità

negli adulti.

L’IMC si calcola dividendo il peso in chilogrammi per l’altezza in metri al quadrato (kg/m2).
Per esempio, un adulto che pesa 70 kg ed è alto 1,75 m avrà un IMC di 22,9.
Sulla base dell’IMC:


≤18,5 sottopeso
18,5 – 24,9 normopeso (o peso-forma)
≥24,9 sovrappeso
≥ 30 obeso (l’obesità può essere di vario grado)

 

L’IMC, tuttavia, non fornisce informazioni sulla distribuzione del tessuto adiposo nel corpo. Questa è

un’informazione importante perché, ad esempio, un eccesso di grasso nella regione addominale può avere

conseguenze in termini di problemi di salute.
Un modo per valutare la distribuzione del grasso è misurare la circonferenza della vita. Quando la

circonferenza della vita è superiore a 94-102 cm per l’uomo e 80-88 cm per la donna, significa che i soggetti

hanno un eccesso di grasso addominale ed sono quindi maggiormente a rischio di incorrere in problemi di

salute.

Anche in questi casi poco ‘chiari’ è utile l’incontro con il nutrizionista. Molte persone pensano di mangiare in

modo ‘dimagrante’, ma non è detto che abbiano ricevuto le informazioni giuste a riguardo. Non è così

scontato che il ‘fai-da-te’ nell’alimentazione produca gli effetti sperati, anzi, è bene guardarlo con sospetto,

perché potrebbe arrecarci danno.

 

Inoltre, non è detto che ‘mangiare poco’ sia una bona strategia per dimagrire, anzi! Bisogna indagare gli stili

di vita, ma anche che tipo di alimenti normalmente vengono consumati, le modalità di cottura, etc.

 

‘Aumentare di peso’ è un fenomeno che non si spiega in un modo univoco e solo un occhio esperto può

chiarire quali ne siano le cause (mediche, alimentari, comportamentali o psicologiche) e muoversi nel modo

giusto per cercare di porvi rimedio.

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